Teatro

ITALICS. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008

ITALICS. Arte italiana fra tradizione e rivoluzione, 1968-2008

La mostra non vuole essere un punto di vista rigido e definitivo sull'arte italiana contemporanea, bensì vuole offrire la possibilità di riflettere sul capitale artistico che l'Italia ha avuto e continua ad avere. La selezione delle opere mette in evidenza il contributo prezioso ma spesso misconosciuto fornito dagli artisti italiani alla produzione contemporanea. Se le esposizioni precedenti di Palazzo Grassi dedicate alla Collezione François Pinault (“Where Are We Going?” e “Sequence 1”) hanno rievocato i movimenti storici, soprattutto l'Arte Povera, ed alcuni personaggi recenti dell'arte italiana, “Italics” ne disegna un ritratto inedito, essendo una retrospettiva che si estende dal sud al nord della penisola, dalla data mitica del 1968 a quella attuale, coprendo due generazioni di artisti e quarant'anni di scoperte. Il 1968 segna al tempo stesso la fine dell'epoca seguita al boom del dopoguerra e l'esplosione di una nuova era. “Se per gli artisti emergenti, molti dei quali non erano ancora nati, il 1968 è una data come tante altre, per coloro che l'anno vissuto con la passione noncurante e l'impertinenza ribelle che allora era nell'aria rimane l'anno di tutte le libertà e di tutte le rotture”, scrive Monique Veaute, direttore di Palazzo Grassi, nell'introduzione al catalogo. L'esposizione esplora i decenni ed i loro movimenti artistici, che si susseguono come se ognuno di affrettasse ad annullare le tracce dei precedenti con un'insistenza a volte deleteria nel distruggere ogni illusione passata per costruire il nuovo dal nulla. Negli anni Settanta domina l'agonia del sogno di “peace and love” e l'ombra dei servizi segreti e delle Brigate Rosse; negli Ottanta gli yuppies ed il loro edonismo reaganiano, una società sempre meno interessata all'arte e sempre più votata al denaro; poi le neoavanguardie degli anni Novanta e le speranze del nuovo secolo. Tra gli artisti presenti Mario Metz, Pino Pascali, Alighiero Boetti, Gilberto Zorio, Letizia Battaglia, Marizio Cattelan, Luisa Lambri, Patrick Tuttofuoco, Francesco Clemente, Tano D'Amico, Michelangelo Pistoletto, Carla Accardi, Gianfranco Ferroni, Emilio Vedova, Sandro Chia, Ugo Nespolo, Gino De Dominicis, Mimmo Rotella, Salvo. Efficacemente li definisce, nel complesso, il curatore Francesco Bonomi nel suo saggio in catalogo: “un'antica civiltà contemporanea”. Nell'estate 2009 la mostra sarà esposta al Museum of Contemporary Art di Chicago per far conoscere a fondo al pubblico statunitense una realtà spesso presentata in modo frammentario. Le opere esposte dialogheranno così con la collezione permanente, che ricomprende Gianfranco Baruchello, Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Cattelan, Giuseppe Gabellone e Luisa Lambri. Venezia, Palazzo Grassi, fino al 22 marzo 2009, aperta da mercoledì a lunedì dalle 10 alle 19, chiuso martedì e 24, 25, 31 dicembre e 01 gennaio, ingresso euro 15,00 (comprensivo di audioguida), catalogo Electa, infoline 041.5231680, sito internet www.palazzograssi.it